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10/06/2008
ANNIE PROULX, REQUIEM PER IL WYOMING
ANNIE PROULX, REQUIEM PER IL WYOMING
Il deserto vicino a Brokeback Mountain è inquinato: ora racconterò altri luoghi

Annie Proulx si dice «profondamente segnata» dalla morte di Heath Ledger, il ventottenne attore australiano che ha immortalato sullo schermo il personaggio di Ennis Del Mar, il cowboy gay protagonista, insieme a Jack Twist (Jake Gyllenhaal), di I segreti di Brokeback Mountain diretto dal taiwanese Ang Lee.

«La sua prematura scomparsa mi ha sconvolto», racconta la scrittrice settantaduenne, vincitrice dei prestigiosi Pulitzer e National Book Award nel 1994 per Avviso ai naviganti. «Non mi sembra possibile che un ragazzo tanto giovane e intensamente vivo e talentuoso, con la promessa di una grande carriera davanti a sé, sia potuto sparire all'improvviso nel nulla».

Nel suo prossimo libro, Fine just the way it is, in uscita negli Usa il prossimo settembre, la Proulx torna a rivisitare l'adorato Wyoming. Il volume di 240 pagine è una raccolta di nove racconti che concludono la trilogia iniziata nel 1999 con Close Range: Wyoming Stories e proseguita nel 2004 con  Bad Dirt: Wyoming Stories 2. «È l'ultima puntata di un'ossessione durata dieci anni per la storia, la cultura e le vite della Wyoming rurale — spiega la Proulx —. Anche quest'opera è un misto di storia e fantasia, immaginazione e realtà ».

Uno dei nove racconti si intitola The sagebrush kid, dal nome di una pianta originaria del deserto del Wyoming. È la storia un po' bizzarra di una coppia del Far West, proprietaria di una stazione per diligenze, che non riuscendo ad aver figli decide di adottare un'artemisia tridentata (sagebrush). «Mamma e papà nutrono la loro piantina con ossa e sughi di carne — afferma —. Finché cresce a tal punto da rendere la loro stazione famosa. O meglio malfamata». Il racconto finisce anni dopo, «quando la piccola artemisia scopre di avere una cugina di nome Audrey».

Inutile sperare in una quarta puntata, anche se il libro dovesse diventare un bestseller: «I miei interessi oggi vanno in altre direzioni — puntualizza —. Verso la storia e l'archeologia, il New Mexico e l'Europa, la Nuova Zelanda e la Groenlandia ». Sarà. Eppure quelle montagne nevose dove vive e che l'hanno resa famosa sono tornate a far da sfondo anche in Red Desert. Il libro che documenta la storia, passata e presente, di uno degli ultimi paradisi perduti degli Usa, oggi a rischio di estinzione: il Deserto Rosso del Wyoming. «È un'area di circa 23 mila chilometri quadrati, fino a ieri l'ultimo rifugio vergine per la fauna e la flora indigene. Negli ultimi anni è stato preso d'assalto dai colossi energetici, che hanno iniziato a perforarlo alla ricerca di gas metano, spargendo distruzione e morte». È un progetto a più mani, con il contributo di una squadra di geologi, paleontologi, ornitologi, antropologi e archeologi e sarà corredato dalle drammatiche foto di Martin Stupich, il fotoreporter noto per i suoi reportage dal Vietnam, Giappone e Cina. «È più un requiem che un appello agli ecologisti — mette in guardia la Proulx — perché è ormai troppo tardi per fermare la distruzione. Il nostro obbiettivo è mostrare gli animali, uccelli, piante, coloni, ferrovie, forti e battaglie che un tempo hanno reso grande ed unica questa regione».

Da due anni la Proulx resiste agli inviti di Hollywood a scrivere un seguito di Brokeback mountain. «Non ci sarà mai il sequel per quel film — assicura —. Il cinema oggi dipende troppo dalla letteratura per cercare idee, trame, personaggi. Il pubblico sembra convinto che un libro ha valore solo se trasformato in film. Molti scrittori la pensano allo stesso modo e offrono zelantemente le proprie opere ad agenti cinematografici e ad amici di amici con contatti a Hollywood. Per quanto mi riguarda è a dir poco improbabile che un'altra delle mie storie finisca al cinema».

Nella Manhattan tanto diversa dal suo selvaggio West, la Proulx è di casa. Il mese scorso l'autrice ha partecipato al Pen World Voices dove invece di presentare un suo inedito, come negli anni passati, ha preferito leggere una selezione di scritti tratta da Langrishe, Go Down di Aidan Higgins. «È lo scrittore irlandese vivente forse più celebre e rispettato, in America completamente sconosciuto — racconta —. Ha oltre 80 anni ed è quasi cieco. Mi è parsa una fortuna straordinaria poterlo introdurre ai newyorchesi ». Ultimamente i giornali hanno parlato di lei anche per un evento che non ha nulla a che fare con la scrittura: The writer's brush, la mostra di quadri realizzati da celebri scrittori, vivi e morti, tra cui Tennessee Williams, Kurt Vonnegut, Günter Grass, Tama Janowitz, allestita in varie gallerie Usa. «Mia madre e mia sorella erano pittrici — precisa, quasi a giustificare questa sua passione segreta —. A casa nostra dipingere era un'attività quotidiana come dormire e mangiare.

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